Isle-sur-la-Sorgue, pittoresca cittadina situata nella regione Provence-Alpes-Côte d’Azur francese è stata la meta prescelta del gemellaggio di quest’anno, al quale hanno preso parte 31 alunni frequentanti il quarto anno del nostro Liceo. Un gruppo di trentuno tra maschi e femmine, provenienti da 4F, 4G, 4H e 4Q, una settimana di full immersion in famiglie francesi, dal 9 al 16 Aprile: questo era lo scenario che si presentava agli occhi di ognuno di noi di fronte alla prima esperienza di questo genere.
Voglio partire dalla domanda che ci è stata posta più di frequente: “ma perché proprio il gemellaggio? Non sarebbe meglio un normale viaggio? E poi in famiglia…” Prima della partenza, forse, nel rispondere a questa domanda sarei stata ancora titubante, eppure adesso, tornata in Italia, sono convinta che mille pagine bianche e tutte le parole del mondo non sarebbero sufficienti ad elencare l’inesauribile lista di motivi che mi spingerebbe a rivivere esperienze come questa ancora e ancora, senza mai esserne stufa.
Il nostro gemellaggio ha avuto inizio molto prima del 9 Aprile, è iniziato lo scorso novembre, quando ci domandavamo quale sarebbe stata la nostra meta, è proseguito a gennaio, quando la meta è stata confermata e sono cominciate le infinite ricerche su google: da semplici scatti della città alla ricerca della densità di popolazione. Ancora a metà febbraio, quando ognuno di noi è stato accoppiato ad un/a corrispondente francese e nel mese di marzo mentre cercavamo di conoscere i nostri gemelli francesi, comunicando in una lingua ibrida tra l’italiano e il francese. Infine è giunto il tanto bramato Aprile accompagnato dal countdown per la partenza, dai continui sguardi al meteo e da un’infinità di domande, tra problemi con le prese della corrente e valigie che non si chiudevano, tra pregiudizi e aspettative.

Profumo di libertà e di saponette alla lavanda ci hanno accompagnato dall’aeroporto di Marsiglia sino all’arrivo a Isle-sur-la Sorgue, la suggestiva e graziosissima cittadina che ci ha accolto per un’intera settimana, “La petite Venise” (la piccola Venezia) dalle vie alberate, accompagnata dallo scrosciare sonoro dell’acqua dei due fiumi che la attraversano, vociante di semplicità e bellezza.
I momenti che ricordo con maggiore emozione? La sera dell’arrivo, del primo incontro, il primo sguardo che io e Samantha, la mia corrispondente, ci siamo scambiate mentre scendevamo giù dal pullman e aspettavamo davanti al Lycée Alphonse Benoît di essere affidati alle famiglie. I nostri sguardi sono un istante ancora vivo nella mia memoria, catturato come una fotografia, una miscela di fermento, felicità, trepidezza e timore. O ancora, la prima cena con la famiglia ospitante, un po' per tutti noi lo shock linguistico-culturale è stato notevole ma non quanto l’emozione di sedere a tavola con persone che in un primo momento appaiono del tutto estranee ma che appena una settimana dopo avremmo chiamato per nome con disinvoltura. Abbiamo avuto la fortuna di seguire delle vere e proprie lezioni al liceo in compagnia dei nostri corrispondenti, penso sia stata una delle nostre parti preferite: chi ha potuto sfoggiare la propria pronuncia impeccabile durante le lezioni di italiano, chi si è trovato in laboratorio di chimica con camice e occhiali a sezionare rane e chi ha analizzato atomi e molecole al telescopio, non possiamo negare di esserci divertiti a dismisura. Non sono mancate le numerose escursioni: Aix-en -Provence, Les-Baux-de-Provence e l’incantevole Avignone (che a quanto pare non esiste solo nei libri di storia!).
Abbiamo visto e imparato tanto, parlato francese fino a non riuscire più a dire una frase di senso compiuto in italiano, detto tanti di quei “oui” e “merci” da averne perso il conto, abbiamo mangiato crepes in quantità industriale, assaggiato una miriade di cibi, corso sotto la pioggia e riso fino ad
avere mal di pancia, abbiamo dormito un paio di ore per notte, stretto nuove -e internazionali- amicizie, vissuto per una settimana una vita che sembrava appartenere a qualcun altro.
Qualcuno scrisse che viaggiare è un privilegio ma anche un’opportunità e tutto ciò non sarebbe stato minimamente immaginabile senza l’impegno dell’incredibile Prof.ssa Volpe, la nostra insegnante di madrelingua francese che, con immenso zelo ed amorevole passione e dedizione, ha curato il tutto nei minimi dettagli insieme alla Prof.ssa Raimondo, la nostra insegnante di francese, che ha seguito il progetto passo dopo passo permettendoci di vivere un’esperienza meravigliosa sotto tutti i punti di vista. Entrambe sono state un insostituibile punto di riferimento, disponibili a qualunque ora del giorno e della notte per chiarire ogni nostro dubbio e placare ogni nostra preoccupazione, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza la loro preziosa presenza. Un grazie particolare lo rivolgiamo noi studenti a tutti i docenti che hanno permesso l’attuazione di questo progetto che troverà la sua continuazione questo ottobre, quando i nostri corrispondenti francesi atterreranno a Palermo.
Ogni viaggio ha un suo fascino, una propria atmosfera ed un nugolo di emozioni che ti accompagnano prima, durante e dopo, e il nostro gemellaggio non è ancora giunto al termine: continua in ogni pensiero, in ogni messaggio inviato, ogni foto scattata, ogni parola scritta, nell’attesa di riabbracciare gli amici che sono stati una seconda famiglia laggiù, aspettando ottobre per trascinarli alla scoperta della magia della nostra terra e farli innamorare della nostra bellissima isola. A bientôt!


Alessia Zuccarello IV H

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